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Grande successo per la riapertura del teatro di Monastero Bormida

Published on 16 November 2021 • Monastero Bormida • Culture

Domenica 14 novembre un pubblico numerosissimo ha gremito ogni ordine del teatro comunale di Monastero Bormida per la ripresa dell’attività dopo quasi due anni di pandemia, con l’attore canellese Andrea Bosca impegnato in una interpretazione magistrale di Cesare Pavese. A 70 anni dalla tragica morte del grande scrittore, le sue parole sono rivissute sul palcoscenico in una rappresentazione forte, piena di sentimento, fedele all’originale ma con in più la geniale versatilità di Bosca, che conosce e ama la letteratura pavesiana e a Pavese è accomunato anche dalla vicinanza geografica della sua terra d’origine.

Un’ora e mezzo di monologo, la scena spoglia, efficaci effetti di luce giocati sulla figura dell’attore che impersonava Anguilla, il protagonista de “La luna e i falò”, il capolavoro di Pavese. Un libro non facile, un testo che potrebbe risultare grigio e triste ma che è stato ricolto con alto livello drammatico e eccezionale immedesimazione. Rivivono le vicende delle Langhe di un tempo, lontane dalla prosperità del moscato e delle nocciole, le Langhe della fame, delle ingiustizie, dei soprusi, dell’abbrutimento sociale; le Langhe che da un lato sembrano avvitarsi in una spirale insensata di violenza, con il fuoco che distrugge il casotto di Gaminella e brucia le persone al suo interno, con il suicidio del mezzadro, con la misera condizione del giovane sciancato Cinto, e dall’altro conoscono però il riscatto del lavoro, dell’amicizia, della festa, della musica, con il clarino di Nuto e il ritorno di Anguilla che pur avendo fatto fortuna in paesi lontani resta sempre legato a quel paese natio che “ci vuole, non fosse che per il gusto di andarsene via…”.

Emozioni allo stato puro, testimoniate dai lunghissimi e ripetuti applausi tributati al protagonista dal “suo” pubblico di casa, con tanti canellesi e valbormidesi che, pur conoscendo Pavese e i suoi libri, sono rimasti stupiti dalla perfetta resa drammatica messa in atto da Bosca.

La serata è stata anche una “prova generale” per la riapertura del teatro dopo i lavori di ristrutturazione e efficientamento energetico finanziati dalla Regione Piemonte, con i posti occupati al 100% ma anche con l’adesione ai protocolli di sicurezza anti-covid: controllo del green-pass, posti assegnati, mascherina indossata per l’intero spettacolo. Il tutto è stato possibile grazie alla collaborazione degli amici del Teatro del Rimbombo e di un gruppo di volontari monasteresi, che si sono adoperati perché non vi fossero intoppi, code o assembramenti.

Avviata la stagione, si proseguirà sabato 27 novembre con “Non una donna in più”, uno spettacolo dedicato alle problematiche della violenza sulle donne, tratto dal libro “Ferite a morte” di Serena Dandini.