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Giovedì 4 giugno riapre a Monastero Bormida il negozio di calzature Dotta

Published on 3 June 2020 • Monastero Bormida • Economy

Il nome della famiglia Dotta in Valle Bormida è indissolubilmente legato alla vendita di calzature di alta qualità.

Iniziò come calzolaio il nonno Luigi, che con la moglie Adriana, ancora oggi attiva in negozio, abbinò alla bottega di riparazione anche un punto vendita di scarpe e pantofole. Poi è stata la volta dei fratelli Gianfranco e Roberto, quest’ultimo prematuramente scomparso, che con le rispettive mogli ampliarono l’attività sia sui mercati sia con l’attrezzato minimarket a Monastero Bormida in via Roma.

Con i nipoti Serena e Nicolò l’attività aziendale si è estesa con la boutique di Corso Italia in Acqui Terme, ma senza dimenticare la tradizionale attività commerciale di Monastero Bormida, che giovedì 4 giugno riapre i battenti dopo numerosi lavori di ristrutturazione. Gli ambienti originari sono stati ridotti per la realizzazione della nuova farmacia, ma l’adeguamento di una parte del locale ha consentito di ottenere un nuovo negozio moderno, attrezzato, con un design accattivante e con una vasta gamma di prodotti per tutte le età, che spaziano dal classico della calzatura italiana fino a proposte più innovative e giovanili.

“I nuovi locali della farmacia e la riapertura del negozio di calzature – commenta il sindaco Gigi Gallareto – rappresentano una iniezione di fiducia per i servizi e il commercio del paese e della Valle Bormida. In questo periodo di faticosa uscita dall’isolamento sanitario il Comune, le imprese, gli esercenti e la popolazione devono sviluppare ogni sforzo per tornare non solo alla “normalità” ma alla crescita e allo sviluppo dei nostri territori, che hanno dimostrato proprio nel periodo della emergenza di essere mete apprezzate e appetibili per una vita più “a misura d’uomo” rispetto alle grandi città. Speriamo che questo trend positivo continui. Adesso stiamo concentrando gli sforzi sulla riapertura nei prossimi mesi del distributore di carburanti, e poi bisognerà incentivare i giovani ad investire su questo territorio e a sviluppare progetti nuovi che portino a nuove attività, perché senza il lavoro e senza la permanenza dei giovani il territorio, per quanto bello, inesorabilmente declina.